lunedì 18 novembre 2013

La Salvia Chia nel blu di un cielo autunnale


Ha raggiunto quasi i due metri di altezza seppur in stagione inoltrata... Ora speriamo che le temperature si mantengano ancora miti per poterla vedere fiorire in tutta la sua maestosità e per poter lasciare andare a seme i fiori. E' la salvia chia (Salvia hispanica L.), che coltivata alle nostre latitudini si presenta come erbacea annuale, semisconosciuta in Italia e molto apprezzata nell'America centrale.
La grande caratteristica di questa pianta paiono essere i suoi semi che da tempo immemore sono utilizzati dalle popolazioni dell'America centrale per il loro fortissimo potere energetico e nutrizionale: le leggende narrano che proprio i guerrieri aztechi ne facessero grande consumo per mantenersi forti e vincenti.
Da pochi anni l'Unione Europea ne ha concesso il commercio e l'uso riconoscendone il suo valore nutrizionale.
Al Buon Villano la salvia chia è stata messa a dimora nel mese di maggio e solo ora iniziano a sbocciare i primi fiori blu pastello.

L'orto, oramai in ritirata in previsione del freddo, si gode queste giornate inattese di cielo blu. Ma ancora la salvia leuchanta regala spighe viola, gli aster del vivaio Millefoglie ricamano candidi l'aiuoletta vicino al "casabrino" e le nerine ben si prestano a creare un bel bouquet di colori caldi e delicati.

Questo era il Buon Villano il 12 novembre 2013.

Salvia Leuchanta



Salvia Hispanica, conosciuta come salvia chia

la rigogliosa salvia chia



gli aster di Filippo del vivaio Millefoglie


Nerine, salvia Leuchanta, cristantemi e chia in un caldo bouquet di autunno inoltrato

domenica 27 ottobre 2013

Penetrando nel sordo del bosco

E' autunno ma le temperature raccontano di altre stagioni.
La natura geme sotto questo sole sconosciuto agli ultimi giorni di ottobre, indecisa se bere altra linfa o prepararsi alla quiete dell'inverno.
Il bosco è sordo, e penetrandovi le sensazioni sono sempre le medesime: è un altro anno che se ne va impazzendo nel tripudio di colori per poi lentamente morire nel vuoto delle giornate invernali.
Questi sono i mesi che detesto, perchè ci trascinano nelle tenebre rubandoci luce, perchè la natura è costretta all'immobilità, e soprattutto perchè odio l'inganno di questi colori accesi che in un attimo svaniscono colando nel grigio.
Amo la terra quando pulsa di vita, quando sedendomi sul prato il calore penetra nelle ossa, quando il sole abbaglia l'orizzonte e i grilli cantano senza tregua.
Quindi questo non è il mio tempo e da oggi - complice lo scherzo maledetto del ritorno all'ora solare - mi metto in paziente attesa di un nuovo anno. Che porti al Buon Villano nuovi germogli, nuovi fiori e lunghe giornate di luce.

Lara




giovedì 22 agosto 2013

souvenir de Provence (04)

Questa immagine non ha bisogno di commenti.
I commenti li meritano solo i nostri amministratori italiani che diserbano là dove nascono meraviglie...



domenica 4 agosto 2013

il profumo della saponaria e della salvia sclarea

E' stato il tempo del fieno, il tempo del raccolto dell'aglio e per il secondo anno di seguito, il tempo del frinire della cicala.


Sono giorni di calura intensa che a me personalmente fa un gran piacere e che sognerei perdurasse per un tempo molto più lungo.
Sono giorni in cui inizia il copioso raccolto dei fagiolini americani e dei primi datterini nella serra.

Nell'aiuola nuova sotto il ciliegio, invece, è fiorita in queste ultime ore la saponaria doppia.
Rinvenuta in una cascina abbandonata nei pressi di Ceva l'anno scorso, non ne avevo mai trovato altri esemplari in giro. Il portamento è il medesimo della saponaria officinalis, ma la contraddistingue la fioritura stradoppia ed un profumo dolcissimo ed intenso. Dall'anno scorso si è moltiplicata in abbondanza ed ho potuto dividerla sistemandola in vari posti dell'orto-giardino per assicurarmi la sua permanenza al Buon Villano. Da un pò di ricerche botaniche potrebbe trattarsi della saponaria officinalis "Rosea Plena",  una cultivar non così conosciuta che sono molto contenta di aver salvato dall'abbandono del suo giardino d'origine.


Ora la sera, verso l'ora del tramonto, l'aroma dolce della saponaria si mescola a quello della salvia sclarea. E' un momento che amo e che attendo per lunghi mesi, anche perchè la salvia sclarea , che in realtà arriva in omaggio dal giardino del Borgo Medievale di Edo, per me è il ricordo dell'aroma di maggio nei prati del Luberon quando la ginestra e la sclarea invadono l'aria lungo le strade brulle che salgono verso i piccoli villaggi di Provenza.
Anche il canto delle cicale che in questi giorni è quasi costante, mi porta con lo sguardo oltre le ultime dorsali dei monti, la' dove la Francia si arrampica ad abbracciare l'Italia in una terra di confine in costante ricerca di identità.

L.









venerdì 26 luglio 2013

Correndo

...Correndo tra un lavoro e l'altro, rimane poco il tempo per godere l'estate.
E questo non va bene.
Perchè è questo il momento di respirare l'acre odore dei castagni, il profondo profumo di fieno e quello dolcissimo della clematis vitalba invadere l'aria della sera.

Posto un pò di foto della scorsa domenica al Buon Villano, dove ho potuto regalarmi un pò di tempo per immortalare brandelli di estate.

L.








mercoledì 10 luglio 2013

I bronzi del prato ed il viola delle centauree scabiose

I bronzi del prato oramai divenuto fieno, le centauree scabiose che iniziano a punteggiare di viola la riva sotto il larice, il trionfo delle speronelle (Delphinium consolida), l'eleganza indiscussa del papaver somniferum, il verde dei ceci che inizia a girare verso il grigio, il profumo di miele della rosa Claire Austin...Immagini lente di un'altra sera al Buon Villano.










martedì 9 luglio 2013

Pensieri di una sera d'estate

In questi giorni ho un pensiero che mi tormenta.
Nelle sere passate alla cascina a innaffiare e togliere erbacce mi chiedo se chiunque abbia un giardino e non un giardiniere riesca a trovare il modo di goderselo.
Io non ci riesco. Vivo nell'ansia costante dei lavori da fare, delle aiuole da migliorare, di tutta la terra che ancora si potrebbe preparare e coltivare, delle erbacce da governare. Tutto questo me lo domando mentre sposto la gomma da una fila all'altra, mentre strappo con accanimento infestanti, mentre guardo crescere il fieno da tagliare, mentre mi deprimo per la lavanda hidcote blue sulla quale qualche ospite si è fatto il giaciglio. In quei momenti passa tutta l'emozione, la forza, la volontà. Guardo la cascina che cede all'ingiuria degli anni e mi sento sempre più impotente.
Ci sono le sdraio nel prato accanto alla topia ed io non ricordo di essermici seduta. Allora mi domando se abbia senso tutta questa ansia di governare, di addomesticare una natura che per 7 mesi l'anno pare morta e per i restanti 5 divora ogni cosa, invade ogni spazio.
Per placare un pò di questi malsani (ma leciti) pensieri, mi posto qualche foto di meraviglie animali e vegetali che un pò ripagano degli enormi sforzi che bisogna fare per crescere un giardino.








martedì 18 giugno 2013

Graminacee color oro

La luce della sera, in una giornata come quella di oggi, restituisce pace ai tanti sforzi e alla pazienza che bisogna avere per credere in un posto come il Buon Villano. Per capirlo bisogna viverla quando il sole passa ancora alto sopra la cima del Mindino e la supera lasciando colare le ultime bave dorate nella bassa di Prato rotondo. E' in quel momento che il prato è pronto per il momento di gloria delle tante graminacee che ospita. E' un attimo, ma quando succede che l'aria, la luce e la temperatura si mettono d'accordo come questa sera, il Buon Villano diventa il luogo che ho sempre sognato. In quel momento si placa anche la tristezza di non poter "mettere mano" alla cascina per renderla abitabile e mi sembra più vicino il giorno il cui potremo anche dare vita alla casetta. In fondo la magia delle stagioni me lo insegna tutti gli anni: quando in inverno tutto è imbiancato da un manto di neve mi sembra che mai potranno esistere mosaici di fiori e serate color oro. Poi d'un tratto arriva tutti gli anni quel momento a ricordarmi che la pazienza porta con se i premi più inaspettati.
Dono di questi giorni è anche la Cecile Brunner all'ingresso dell'orto scampata al saccheggio dei caprioli, che punteggia il vasto orizzonte con un turbinio di fiori rosa incarnato da fare gola. Con lei la generosa fioritura dei lupini e delle knautie. Verso la serra, invece, è lo spazio delle festuche glauche che in questo momento dell'anno fanno coppia con l'armeria in un felice connubio di rara armonia.

Mille di queste sere e di queste distese di graminacee color oro.

L.